venerdì 27 ottobre 2017

LUDOPATIA

GIOCO D’AZZARDO E SLOT MACHINE

Siamo il nono paese al mondo per perdite di denaro dovute al gioco d’azzardo legale che in Italia rappresenta la terza industria, con il 3% del Pil nazionale e 5.000 aziende in aumento esponenziale. Peggio di noi gli Stati Uniti (USA), la Cina, il Giappone e altri. Tra l’altro quelli citati sono tutti più popolosi del nostro paese.
Nel 2016 in Italia il gioco d’azzardo ha divorato 95 miliardi di euro, di cui 10 sono andati nelle casse dello Stato.
Si gioca nelle lotterie, si gioca online e scommesse. La maggiore quota si spende nelle slot machine, circa 5,8 miliardi di euro, in media 180 euro l’anno pro capite (oltre 3,5 miliardi di euro invece è quanto si spende in giochi numerici e lotterie (1,8 dal lotto; 1,3 da gratta e vinci; 0,47 dal superenalotto). In Italia sono installate 400.000 macchinette, pari a una ogni 150 abitanti. Abbiamo solo 4 casinò, pochi rispetto ad altri paesi, ma compensiamo con una abbondante diffusione di slot machine.
Si sono moltiplicate le slot nei bar, nelle tabaccherie e nelle apposite sale giochi; è prevalsa insomma la logica commerciale.
Oggi c’è una malattia che attraversa i vari strati sociali, viene chiamata “ludopatia”. E’ una malattia subdola, pericolosa, che ha già procurato diverse vittime; si può curare, ma non è facile. Sociologi e psicologi confermano che soprattutto le classi più povere sono inclini a cercare nel gioco il riscatto da una situazione economica difficile. La probabilità di vincere una grossa somma è veramente esigua. E’ frequente la vincita del prezzo del biglietto, un trucco a costo zero per dare l’illusione che vincere sia facile e indurre a continuare a giocare. Le slot machine non hanno memoria, non importa quante volte si è giocato o perso, la probabilità di una vincita rimane praticamente nulla.
Comprare un biglietto o tentare la fortuna non è necessariamente un male, finché rimane nell’ambito del gioco.
Il problema è quando diventa dipendenza, cioè patologia.
Dell’insorgenza di questa “malattia” ci si può accorgere con una maggiore attenzione ai nostri comportamenti, quando ad esempio cominciamo a giocare cifre che vanno oltre quelle che ci eravamo prefissi e il desiderio di giocare è più forte della volontà di controllarsi.
In alcune località i cittadini consapevoli dei rischi che comporta il gioco, si sono organizzati facendo prevalere il proprio dissenso alla realizzazione delle sale da gioco.
E’ bene utilizzare questa forza anche per sollecitare il Governo e il Parlamento perché al più presto sia disciplinata questa materia con una legge che toglie la discrezionalità al singolo.
L’obiettivo per tutti deve essere quello di una riduzione urgente dell’offerta del gioco, che le macchinette siano tutte collegate al “sistema remoto” e venga salvaguardata la salute pubblica allontanandole dalla vicinanza dalle scuole e dalle zone sensibili. Queste dannate macchinette devono definitivamente sparire dai bar, delle tabaccherie, dagli alberghi, dalle edicole, dagli esercizi commerciali e dagli stabilimenti balneari. Non si parla di proibizionismo, ma di prevenzione e tutela della nostra salute e di quella dei nostri figli.
Le restrizioni che chiedono molti comuni si rifanno ai regolamenti già approvati da altri come ad esempio quello di Rivoli, regolamenti che hanno già superato il vaglio dei ricorsi al TAR. In queste norme si dice che le sale gioco devono essere a 300 metri di distanza dalle scuole, dai luoghi di culto, dagli ospedali e dalle case di cura e almeno a 150 metri dagli sportelli bancomat o dai compro oro. (A Burolo nel “Regolamento per le sale giochi e per l’installazione di apparecchi elettronici da intrattenimento o da gioco” approvato con deliberazione del consiglio comunale n. 3 del 29 gennaio 2017 è prevista una distanza minima di 400 metri da scuole, bancomat o ingressi a sportelli bancari, …)
A Burolo c'è una sala gioco adiacente a una banca con bancomat. In riferimento alla legge regionale del 2/5/2016 (legge regionale n.9/2016 “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d'azzardo patologico”) questa sala, così come altre sul territorio regionale, dovrà essere chiusa.
Anche se timidamente la legge incomincia a far rispettare alcune regole ormai condivise. I tempi per la chiusura variano dai diciotto mesi ai tre anni o ai cinque anni, secondo la tipologia e la localizzazione del gioco.
Non esiste una normativa comunitaria specifica sul gioco d’azzardo. Il Parlamento europeo ha però approvato nel 2013 una risoluzione nella quale si afferma la legittimità degli interventi degli stati membri a tutela dei giocatori.
I comuni hanno comunque la facoltà, di limitare con un’ordinanza l’orario di utilizzo dei videopoker, sia nelle sale da gioco che nei bar e nelle tabaccherie.
I vecchi SERT, servizi contro le tossicodipendenze nel 2016 si sono trasformati in SERD. E’ stato loro affidato anche la cura da dipendenza per tabagismo, alcolismo e gioco d’azzardo.
Per fare un’autentica prevenzione hanno però bisogno di più risorse e mezzi. Compito del SERD, che è un servizio pubblico, è quello di seguire i pazienti nelle varie dipendenze. Gli operatori hanno acquisito una professionalità pluridisciplinare, in grado cioè di poter affrontare le varie patologie.
In Italia circa 300.000 persone si sono rivolte nell’ultimo anno al SERD, una cifra impressionante, ma non significativa rispetto al numero di giocatori, perché rappresenta un fenomeno quasi completamente sommerso. Nella nostra ASL TO4 sono 202 le persone in carico al servizio solo per dipendenza da gioco:

ASL TO4 Sedi
Pz giocatori seguiti durante il primo semestre 2017
Pazienti attivi al 30.06.2017
Nuove prese in carico nel primo semestre 2017
Ivrea
48
35
10
Rivarolo
36
29
3
Caluso
15
13
1
Settimo/Chiasso
78
64
10
Ciriè
25
25
4
Totale
202
166
28
Dati pazienti in carico per Dipendenza da Gioco d’azzardo Patologico/ Problematico - Rilevazione primo semestre 2017

Di questi una settantina sono della zona eporediese, ma rappresentano “una piccola punta dell’iceberg” rispetto al fenomeno. Il SERD collabora anche con il privato sociale e con alcuni volontari; a Baldissero Canavese ad esempio esiste una comunità terapeutica che si chiama Notre Dame, gestita dal Centro torinese di solidarietà che ospita persone con dipendenza da gioco che aderiscono al progetto terapeutico. I volontari, invece, fanno parte dell’associazione “GA Italia” (giocatori anonimi Italia) collaborano organizzando incontri settimanalmente ad Ivrea, dove solo qualche mese fa, hanno inaugurato la sede.
Esiste un sito dei GA: http://www.giocatorianonimi.org/piemonte.html ed hanno un recapito telefonico per contattarli: 3200316497.
L’ottimo lavoro di tutti i professionisti e volontari permette alle persone che giocano d’azzardo di essere aiutate e curate.



LA REDAZIONE

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti non vengono automaticamente pubblicati, ma sono moderati dalla redazione, che censurerà parole offensive e insulti, ripetizioni inutili E MESSAGGI NON FIRMATI